Pittura Lectio Divina
Il mio progetto Pittura Lectio Divina nasce nel 2011 all’interno del mio Studio di Pittura, con lo scopo di divulgare l’arte della Pittura e le potenzialità dello sguardo, per introdurre alla coscienza della propria personale visione.
Le basi sulle quali si fonda sono principalmente tre:
l’osservazione “dal vero”
l’uso dei materiali propri della Pittura
la ricerca degli elementi pittorici (disegno, forma, tono, colore).
I soggetti usati sono quelli tradizionali di natura morta, paesaggio, figura e opere della Storia dell’Arte.
L’insegnamento, spostando l’attenzione dall’immagine alla visione, dalla superficie dell’oggetto alla sua forma, intende offrire la chiave per superare, in pittura, la figurazione puramente descrittiva.
Il percorso è adatto a tutti i livelli e può essere intrapreso in qualsiasi momento, ma necessita di una frequenza continuativa. Per tutto il periodo di frequenza viene garantita a ogni partecipante una consulenza personale, anche al di fuori delle lezioni.
«L’espressione non può essere la traduzione di un pensiero già chiaro, perché i pensieri chiari sono quelli che sono già stati detti da noi stessi o da altri. La “concezione” non può precedere l’“esecuzione”. Prima dell’espressione, non c’è nient’altro che una febbre vaga e solo l’opera fatta e compresa proverà che si doveva trovare qualcosa piuttosto che niente» M. Merleau-Ponty
La pittura può essere un lavoro puramente formale, che obbedisce a un'idea in funzione di una certa produzione estetica. Oppure può essere ricerca.
La "Pittura", in greco "zōgrafia" (zō, "vita", + gráphein, "scrivere") significa scrivere la vita. La vita è fenomeno, "fainómenon", (dal verbo fàinomai, "mostrarsi" o "apparire") e si manifesta tramite i sensi.
Tutte le informazioni che questo apparire invia ai sensi vengono organizzate grazie all’attività unificante dell’anima. L'anima che fa esperienza della realtà sensibile muove dall’osservazione del fenomeno verso una sua conoscenza trascendentale.
La pittura che ne deriva, in cui la cui comprensione passa più dal corpo che dalla mente, implica un pensare «a posteriori». Il significato non viene comunicato ad essa dall'esterno, risiede al suo interno. Per questa ragione non può darsi una spiegazione esauriente ma solo una interpretazione soggettiva. Dipingere a partire dal fenomeno è il contrario del dipingere a partire da un concetto, «a priori».
Il fenomeno è sottoposto alla luce, si modifica tramite il movimento della luce, si manifesta sempre d’improvviso, procurando sensazioni immediate e fugaci, sollecitando continuamente i sensi. In una condizione di raccoglimento l’osservazione del fenomeno equivale a un'attività coraggiosa, scardina preconcetti. Esercita e affina l'occhio e la mano, suscitando nell’anima il desiderio di creare, cioè di scrivere il fenomeno quale viene osservato nella propria visione particolare.
Perché si verifichi ciò le conoscenze acquisite devono essere di volta in volta rimesse in discussione, per ricominciare continuamente da zero. Tale lavoro si svolge, per lo meno inizialmente, in condizione di passività, di incoscienza, anche se questo non esclude l'impegno costante, che si traduce in scelte precise. In qualsiasi direzione venga operata la scelta si determina una evoluzione, perfino non fare scelte si traduce in una scelta. Le scelte formano una concatenazione di cause ed effetti, e a ogni svolta si apre un giudizio (crisi).
La creazione nel suo dipendere dall’ispirazione implica comunque un rinnovamento.
L'ispirazione è energia vitale che ha bisogno in primo luogo di libertà, perciò si oppone al concetto a priori, come pure alla ripetitività automatica. La ricerca della sostanza dietro l'apparenza produce una visione di linee, forme, colori e luci, così una coscienza che si allontani dall’imitazione accede propriamente al mondo della pittura, in cui realtà esteriore e realtà interiore si toccano.
La luce di fuori stimola la luce di dentro e la creazione irrompe come risposta a questo stimolo.