Dipingere “en plein air” per saper dipingere
La ricerca in pittura parte dall’osservazione della luce, per questa ragione il lavoro en plein air può essere considerato la porta del dipingere, indispensabile supporto per l’atelier, a condizione che si spogli di intenzioni pittoresche.
L’occhio che si esercita nell’osservazione della natura viene iniziato alla comprensione effettiva degli elementi pittorici, linea, tono e colore, mentre la mano, adattandosi alla velocità dei mutamenti luminosi, acquista scioltezza e abilità.
All’intento originario di fissare sulla tela un momento unico dello scorrere delle stagioni, si è aggiunta nel tempo l’esigenza di restituire le esatte percezioni visive, “Petite Sensations” (Cézanne), che la luce sulla natura comunica di volta in volta.
Al momento attuale dipingere en plein air si pone come alternativa alla pittura di impostazione razionale/ contenutistica, in vista di un rinnovamento che parta dalle basi specifiche del dipingere.
Questa modalità, infatti, consente di identificare tali basi nelle relazioni fra le diverse linee, i diversi toni, i diversi colori -e nelle relazioni fra questi tre elementi- e riunisce tutte le percezioni facendole confluire in un'immagine pittorica personale non arbitraria.
In effetti la modalità en plein air insegna a vedere, ma anche a capire lo specifico della pittura.
Rivela un disegno funzionale al dipingere, indotto dai mutamenti della luce, che inizia dalla composizione, risultato del confine fra pieni e vuoti e dei contrasti, mettendo in luce un tipo particolare di immagine costituita di armonia, nella quale nessuna parte predomina.
L’impostazione del lavoro consiste in una esatta individuazione della porzione di vero che stabilisce la composizione. Al disegno, minimale ma corretto, che individua esattamente le forme, segue un ragionamento per stabilire i diversi toni e le loro relazioni reciproche e finalmente la pittura, “alla prima”, che consiste nella ricerca del colore esatto.
La composizione del colore non richiede un ragionamento ma una sensazione forte: come si manifesta spontaneamente a chi osserva, allo stesso modo si genera sulla tavolozza. Va da sé che in quest’ottica qualsiasi conoscenza a priori deve essere metodicamente smontata, e perfino la teoria dei colori va sempre verificata personalmente.