LAURA GROSSO

Breve biografia.


Laura Grosso è nata a Bari e vive a Roma, dove ha compiuto la sua formazione presso il Liceo Artistico di via Ripetta e l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi con lode nel corso di Pittura di Alberto Ziveri.


Per la sua attività espositiva, iniziata all’Hotel Byron di Bari (1975), ha spesso ricorso a spazi alternativi, il primo dei quali il Padiglione Borghese in Villa Borghese a Roma (1980), teatro provvisorio allestito dalla compagnia La Gaia Scienza.

Di particolare rilievo è stata la lunga collaborazione con la Galleria Andrè di Roma e con la Gallery UNO Projektraum Berlin di Berlino.

Le sue opere sono rappresentate e regolarmente esposte presso la BaArt Gallery di Bari, con la quale ha avviato una collaborazione continuativa e dove ha già realizzato due importanti mostre personali (2019–2024).


Nel 2011 ha dipinto en plein air nell’ambito dell’iniziativa cinese “Pittori italiani dipingono Hangzhou”.

Nel 2014 ha preso parte al “Plein Air Symposium” di pittori internazionali, curato dalla Galerie Huber & Treff di Jena, a Beit Jala, evento che si svolge annualmente in diverse località.

Nel 2018 ha dipinto en plein air a Rodi, presso il Centro Culturale Artpark Rhodes Greece di Damon Papakiriakou. 


Ha realizzato due dipinti a olio per gli spettacoli di danza di Enzo Cosimi Calore e Repertori d’amore (1980).

È autrice della copertina del libro Il gelato in piscina non si scioglie di Leonardo Altomano (2014) e del libro Il mio Pinocchio di Paolo Lunghi, che ha illustrato con venti disegni a penna (2024).

È inoltre autrice delle opere che compaiono nell’ultima serie televisiva di Maria Sole Tognazzi, di prossima uscita.


A sostegno della pittura ha ideato e promosso i progetti collettivi Pittura Lectio Divina e AA.VV. Pittura per un gruppo di apprendisti pittori, nonché Pittori Uniti per la Pittura e Giuditta e Oloferne (2024) per un gruppo internazionale di pittori.



Orientamento artistico.


L’artista sceglie di dedicarsi alla pittura in maniera esclusiva, sui due fronti della ricerca en plein air e della composizione di figure.


Grazie all’esperienza en plein air il suo interesse si rivolge alla luce, non solo come fenomeno capace di trasfigurare il dato naturale ma come causa prima e finalità ultima del dipingere stesso.

La capacità di osservare il soggetto unicamente secondo i criteri della pittura cioè bypassando il mimetismo figurativo, elimina il superfluo per sottrazione e si traduce nella sintesi che inoltra l'artista in una insolita “zona franca” tra figurazione e astrazione.


La pratica en plein air con la sua attenzione speciale per la luce è la base sulla quale la pittrice assembla le sue figure, in composizioni che hanno come contenuto la condizione umana con particolare riferimento alla Donna e alla Coppia.

Lontane da narrazioni letterarie, raccontando attraverso la luce, le opere rappresentano persone in relazione fra loro, sedute o in piedi, in movimento o in stasi, che procedono in una teoria di presenze/icone contemporanee,


Nel più denso ciclo dei bagnanti, Umani, il mare è tema dalle risonanze personali. L’immersione, come dimensione di sospensione e di mistero in cui si danno ascolto e visione, diventa emblematica dello stesso processo del dipingere.

Queste opere attingono non solo al tema moderno dei bagnanti ma all’antico motivo della Coppia primordiale in Eden, del Paradiso perduto.


Rispetto a questi temi storici si intende dare qui una versione realistica e più pienamente umana. 

Appositamente per il soggetto non vengono utilizzati modelli dal vivo in posa, ma persone comuni in una gestualità spontanea e quotidiana segretamente fotografate sulle spiagge, poichè l’uso antiaccademico del nudo, derivato dalla tradizione moderna, intende esplicitare la sola realtà del corpo.

I corpi convivono pacificamente, nessuna epica nei loro gesti, si limitano a mostrare la condivisione di una medesima condizione di fragilità. Lontani da retoriche celebrative e nostalgiche di un utopico mondo già pacificato, essi sono esposti semplicemente nei loro incastri in un’armonia minima e fragile, preziosa.





LAURA GROSSO

Short Biography

Laura Grosso was born in Bari and lives in Rome, where she completed her artistic training at the Liceo Artistico di via Ripetta and at the Academy of Fine Arts, graduating with honors in the Painting course under Alberto Ziveri.

Her exhibition activity began at the Hotel Byron in Bari (1975). Over the years she has often chosen alternative venues, the first being the Padiglione Borghese in Villa Borghese, Rome (1980), a temporary theatre space set up by the company La Gaia Scienza.
Of particular importance was her long-standing collaboration with the Galleria Andrè in Rome and with Gallery UNO Projektraum Berlin in Berlin.
Her works are represented and regularly exhibited at BaArt Gallery in Bari, with which she has established an ongoing collaboration and where she has held two major solo exhibitions (2019–2024).

In 2011 she painted en plein air as part of the Chinese initiative “Italian Painters Paint Hangzhou.”
In 2014 she took part in the Plein Air Symposium of international painters curated by Galerie Huber & Treff (Jena), held in Beit Jala, an event that takes place annually in different locations.
In 2018 she painted en plein air in Rhodes at the Artpark Rhodes Greece Cultural Center, founded by Damon Papakiriakou.

She created two oil paintings for Enzo Cosimi’s dance performances Calore and Repertori d’amore (1980).
She designed the cover of the book Il gelato in piscina non si scioglie by Leonardo Altomano (2014), and of Il mio Pinocchio by Paolo Lunghi, which she also illustrated with twenty pen drawings (2024).
She is also the author of the artworks featured in the latest television series by Maria Sole Tognazzi, forthcoming.

In support of painting, she conceived and promoted the collective projects Pittura Lectio Divina and AA.VV. Pittura for a group of apprentice painters, as well as Pittori Uniti per la Pittura and Giuditta e Oloferne (2024) for an international group of painters.


Artistic Orientation

The artist chooses to devote herself exclusively to painting, pursuing research along two parallel paths: en plein air practice and the composition of figures.

Through en plein air experience, her interest turns to light—not only as a phenomenon capable of transfiguring natural data, but as the primary cause and ultimate purpose of painting itself.
The ability to observe the subject solely according to the criteria of painting—thus bypassing figurative mimeticism—eliminates the superfluous through subtraction and results in a synthesis that leads the artist into an unusual “free zone” between figuration and abstraction.

En plein air practice, with its special attention to light, forms the foundation upon which the painter assembles her figures, in compositions whose content is the human condition, with particular reference to Woman and the Couple.
Far removed from literary narratives, and instead telling through light, the works depict people in relationship with one another—seated or standing, in motion or at rest—advancing in a sequence of contemporary presences/icons.

In the denser cycle of the bathers, Humans, the sea is a theme with personal resonances. Immersion, as a dimension of suspension and mystery in which listening and vision take place, becomes emblematic of the very process of painting.
These works draw not only on the modern theme of the bathers but also on the ancient motif of the primordial Couple in Eden, of the Lost Paradise.

With respect to these historical themes, the intention here is to offer a realistic and more fully human version.
Specifically for this subject, live models posing are not used; instead, ordinary people in spontaneous, everyday gestures are discreetly photographed on beaches. This anti-academic use of the nude, derived from modern tradition, aims to make explicit the sole reality of the body.

The bodies coexist peacefully; there is no epic quality in their gestures. They merely reveal the sharing of the same condition of fragility. Far removed from celebratory or nostalgic rhetoric of a utopian world already pacified, they are presented simply in their interlockings, within a minimal, fragile harmony—precious.